Le 3 Ancore Est

Zona A dell’Area Marina Protetta Plemmirio

Difficoltà

Medio/ Basso per entrambi gli itinerari Medio (con presenza di corrente)

Profondità Max.

18 metri (percorso verde) 30 metri (percorso rosso) / 40 metri

Visibilità

Ottima Buona

Interesse

♥ ♥ ♥ ♥
Alto

Video

Mappa Le Tre ancore Est

Descrizione

Si tratta di una classica immersione in parete, che ben si adatta a subacquei con gradi di esperienza differenti e priva di significative insidie o difficoltà. L’unica variabile da considerare, oltre alla profondità massima programmata, è rappresentata dall’eventuale presenza di corrente che può rendere l’immersione meno agevole. Scendendo lungo la cima del gavitello raggiungiamo, sui 12-14 m di profondità, il primo dei due gradoni che caratterizzano la morfologia della parete lungo questo tratto della Zona A della AMP; quindi, seguendo la caduta verticale, si arriva al secondo gradone che si attesta tra i 28 e i 30 m di profondità.

Immediatamente sulla nostra sinistra scorgiamo una profonda spacca nella parete che spesso ospita diverse grosse cernie brune; un passaggio più largo conduce fino ad una piccola grotta in cui è possibile scorgere moltissimi parapandali. Proseguendo con la falesia alla nostra sinistra dopo pochi metri incontriamo le tre ancore che danno il nome al sito di immersione, ad una profondità di 28 m. Si tratta di tre grandi ancore metalliche di tipo ammiragliato, affastellate l’una sull’altra, appartenute un tempo alla tonnara di Terrauzza e che proprio in questo punto aveva uno dei suoi sbarramenti. Sulle ancore non è raro osservare alcune grosse murene. Affacciandosi dalla cigliata del secondo gradone, immersi in nuvole di castagnole rosse, è possibile ammirare la caduta verticale che finisce su un fondale sabbioso a 52 m di profondità.

In possesso di specifica brevettazione è possibile esplorare la parete, che è caratterizzata dalla presenza di numerose cavità ed fessurazioni in cui trovano rifugio aragoste e magnose. Anche la fauna sessile è qui particolarmente rigogliosa, con organismi tipici del coralligeno quali grossi briozoi, ascidie e madrepore, con presenza di ricci diadema, ricci matita e stelle pentagono. Molto suggestiva è anche una punta in cui l’inclinazione della parete forma una sorta di tettoia rocciosa. Inizia a questo punto un ampia franata costituita da grossi massi che offrono rifugio a cernie brune, dotti, musdee, crostacei oltre a fare da sfondo a grandi banchi di saraghi fasciati e salpe. Continuando ad avere il costone meno profondo alla nostra sinistra, incontriamo sulla parate tre lunghe fessure verticali, la prima offre riparo a saraghi, la terza a parapandali. Ogni tanto sarà consigliabile volgere il nostro sguardo a destra, nel blu, in cerca di pesci pelagici che, con un po’ di fortuna, potremmo vedere avvicinarsi alla linea di costa. Diminuendo gradualmente la quota invertiamo la direzione in corrispondenza di una lingua di roccia, per poi percorrere la parete in senso opposto tenendoci in prossimità del bordo del primo gradone.

Qui, sul basso fondale ricoperto di alghe, si possono osservare gruppi di pesci pappagallo e sparidi. Dopo qualche decina di metri saremo tornati al gavitello, che ci segnala che l’immersione è quasi terminata; non prima però di aver dato un’ultima occhiata alla falesia, che ospita ricche colonie di madrepore arancioni, polpi, datteri di mare e diverse specie di nudibranchi.

Le 3 Ancore Ovest

Zona A dell’Area Marina Protetta Plemmirio

Difficoltà

Medio/ Basso per entrambi gli itinerari Medio (con presenza di corrente)

Profondità Max.

18 metri (percorso verde) 30 metri (percorso rosso)

Visibilità

Ottima Buona

Interesse

♥ ♥ ♥ ♥ Alto

Mappa Le 3 Ancore Ovest

Descrizione

Si tratta di una classica immersione in parete, che ben si adatta a subacquei con gradi di esperienza differenti e priva di significative insidie o difficoltà. L’unica variabile da considerare, oltre alla profondità massima programmata, è rappresentata dall’eventuale presenza di corrente che può rendere l’immersione meno agevole. Scendiamo lungo la cima del gavitello e raggiungiamo il fondo in corrispondenza del primo gradone a 12-14 m di profondità. Quindi continuiamo la discesa tenendo la falesia alla nostra destra. Dopo pochi metri incontriamo una lingua costituita da alcuni grossi blocchi rocciosi sovrapposti che partono dai 20 m per arrivare fino ai 30 m.

Poco più avanti, in un tratto in cui la parete diviene meno verticale rispetto al lato orientale del punto di immersione, raggiungiamo due grandi massi posti tra i 22 e i 30 m di profondità. Quello più distante dal gavitello, in particolare, presenta il lato che guarda il mare aperto inclinato a formare una sorta di tettoia rocciosa. Qui è facile incontrare grossi esemplari di cernia bruna. Proseguendo oltre, riducendo un poco la quota, si arriva ad uno spiazzo punteggiato dalla presenza di alcune grandi rocce. Qui è stanziale un gruppo di cernie brune che si aggirano tra le rocce e gli anfratti. Proseguiamo fino ad una seconda franata perpendicolare alla linea di costa per poi invertire la direzione e, seguendo lo spigolo del primo gradone posto a 12-15 m di profondità, tornare in direzione del gavitello. Sul basso fondale, dominato da alghe come code di pavone e caulerpe, sono visibili gruppi di pesci pappagallo, salpe, saraghi.

Facendo sempre attenzione ai movimenti dei grandi banchi di latterini e boghe presenti a mezz’acqua alla nostra destra, che possono indicarci l’arrivo di qualche occasionale predatore pelagico, ritorniamo al gavitello e ritorniamo in superficie.

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